Le imprese a caccia di finanziamenti e le imprese a caccia di debiti

Sacco EuroMDiviene ormai frenetica la caccia degli imprenditori ai finanziamenti garantiti dallo stato introdotti dal decreto liquidità (DL 23/2020) all’art 13.

L’erogazione del prestito, che vede gli istituti di credito quali intermediari nell’erogazione è condizionata da una serie di requisiti legati all’andamento economico dell’anno precedente e, per neo-costituiti, da alcuni requisiti da autocertificare.

Si avrà tempo per richiedere il finanziamento sino al 31 dicembre 2020.

L’importo erogato non può superare la somma di 25.000 euro e deve essere minore di:

  • 25% del fatturato del 2019
  • Il doppio delle spese sostenute per il personale dipendente nel 2019.

La somma concessa è garantita dallo stato al 90% (quota alla quale può aggiungersi il 10% dei confidi). È bene precisare che il sistema di garanzia è un sistema che tutela il soggetto erogatore (istituto di credito) e non il soggetto mutuato. In caso di sofferenza infatti la banca può chiedere che lo stato intervenga a coprire quanto non rimborsato dal soggetto mutuato, sarà poi lo stato ad attivarsi per recuperare le somme da soggetto mutuato. Potrebbe costituire un’agenzia di recupero crediti ad hoc, potrebbe espandere i poteri di agenzia entrate riscossione. Le modalità sono ancora tutte da definire

Le indicazioni sulla durata sono tali da garantire un preammortamento di 24 mesi ed un rimborso a tasso calmierato di 48 mesi. Significa per i primi 24 mesi dalla data di erogazione si rimborserà mensilmente solo la quota interessi e dal 25mo mese sino al 72mo mese si provvederà a rimborsare capitale ed interessi.

Il tasso (purtroppo) non è soggetto a cap, ovvero non ha un tetto massimo oltre il quale non può spingersi. Infatti, è indicizzato ad una serie di parametri mobili pubblicati di mese in mese dai vari istituti. Il principale è il rendistato. Tale misura viene pubblicata dalla Banca d’Italia a cadenza mensile ed è legata al rendimento interno dei titoli di stato. Ovviamente tale tasso è destinato a crescere in periodi di forte crisi capaci di destabilizzare il sistema Italia e peggiorare il rating del nostro paese.

Con il rendistato attuale (balzato a 1,034 a marzo rispetto allo 0,388 di febbraio), secondo gli istituti di credito da noi intervistati ci si potrebbe attendere un tasso finale a regime del 1,8% – 2%. Personalmente ritengo la misura troppo ottimistica ma non avendo altri dati a disposizione ci attestiamo su tale parametro. Con tali informazioni abbiamo allora simulato un piano di ammortamento di un finanziamento di 25.000 euro. Come anticipato i primi 24 mesi sono di preammortamento. Dovendo rimborsare solo interessi per 24 mesi si è chiamati a rimborsare circa 500 euro all’anno (2% di 25.000). Dal 25mo mese e sino al 72mo la rata si potrebbe aggirare intorno ai 550 euro /mese.

Prima di procedere alla richiesta del finanziamento, le micro-imprese dovrebbero dunque attivare una serie di controlli e valutazioni indispensabili per la salute finanziaria della propria attività.

Primo tra tutti, sarebbe auspicabile individuare la somma da richiedere. Individuato il tetto massimo nel 25% del fatturato dell’anno precedente, si dovrebbe capire quanto importo capitale chiedere per ripristinare l’equilibrio finanziario dell’impresa.

In secondo luogo, occorre proiettare la propria impresa nel futuro e cercare di verificare la sostenibilità del rimborso rateale. Si tratta semplicemente di aggiungere la rata come calcolata poco sopra alle uscite finanziarie costanti legate ai costi fissi e debiti di lungo periodo (canone locazione, utenze, contributi titolare sul minimale, tasse e imposte comunali sui servizi, altri finanziamenti già in corso etc.). Importante per chi ha dell’organico all’attivo è individuare la quota tfr da erogare al dipendente in caso di licenziamento. Non è improbabile infatti in fasi congiunturali pensare ad una riduzione del personale. Se tale operazione libera liquidità sul medio periodo, al contempo si è chiamati a sostenere finanziariamente una serie di costi sospesi (ratei) legati al rapporto di lavoro (ferie, permessi, mensilità aggiuntive) ed in ultimo il tfr. In caso di rapporti di lavoro di lungo corso tale impatto potrebbe essere di notevole entità.

In ultimo, da non sottovalutare anche l’impatto che la richiesta di finanziamento può avere sul proprio rating creditizio. Infatti, se in questa occasione straordinaria le banche non procederanno ad una valutazione del merito creditizio per concedere l’erogazione, in un futuro molto prossimo per poter accedere ad una nuova linea di credito, il merito sarà necessariamente la condizione per poter accedere a nuova liquidità. È ovvio che un impegno finanziario di qualsiasi importo sia avrà l’effetto di abbassare il proprio livello di finanziabilità.

In conclusione, il consiglio è quello di capire la reale necessità del finanziamento, confrontarsi con l’istituto scelto, richiedere un piano di ammortamento del prestito alle condizioni applicabili e valutare la sostenibilità del rimborso durante la durata del finanziamento. 

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